Siamo giunti al 31 dicembre 2016. Anche quest’anno, come Comitato di Quartiere, qualcosa siamo riusciti a fare. Certo ben poca cosa se pensiamo a quanto ci sarebbe da fare. Un quartiere questo difficile, sia per la vastità del territorio, sia per la poca partecipazione da parte delle istituzioni ma, sopratutto dei cittadini. Un quartiere cresce, si sviluppa se l’attenzione dei cittadini per il bene comune è alta. Come diciamo sempre: ciò che è fuori dal tuo cancello, ti appartiene, anche tu sei responsabile delle condizioni del territorio. Partecipare per il bene del tuo territorio dovrebbe essere, anzi è un dovere di cittadino civile e attivo, lamentarsi e basta non basta. Informazione, espressione, azione. Essere informati sui propri diritti e doveri, farsi un’idea propria e non per sentito dire. Un cittadino dovrebbe esprimere il proprio pensiero e quale modo migliore se non quello di parlarne con altre persone? Condividendo il problema e cercare di risolverlo INSIEME? L’azione. Penso che sia un obbligo morale partecipare alla vita del proprio quartiere, unendo le persone. Partecipando, attivandosi. Non deve essere un fardello, ogni persona può trovare il proprio spazio, quello più consono a se stesso per migliorare la vita quotidiana propria e dei cittadini tutti. Parliamo di comunità e se si riesce in una “impresa” (perché di questo si tratta quando parliamo di periferie) il beneficio lo traggono tutti. Non partecipare e giustificarsi con : tanto non cambia nulla, significherebbe lasciare all’incuria, all’inciviltà di alcuni cittadini, ed anche lasciare che le amministrazioni diano poca attenzione alle periferie. Se non si interessano i cittadini, unendosi, creando una comunità unita, facendo presente le problematiche, i disagi, le necessità alle amministrazioni e cercare di risolverle, pensate che investiranno mai su un quartiere “dormiente” dove ognuno pensa per se e il Signore per tutti? Anche quando ci saranno le votazioni, non votate perché vi promettono, non credete alle promesse, non votate la persona che non avete mai visto smuovere una foglia per il quartiere, non votate chi vi usa per il proprio tornaconto. Diventiamo una comunità vera e forse, ribadisco forse, qualcosa di diverso avremo, basta la volontà. A sentire la gente, nessuno ha mai tempo, per carità ci sta anche, ma quando poi sai e conosci situazioni diverse, pensiamo che il male non lo fate a noi, che siamo voi, ma lo fate a voi stessi ed ai vostri figli, che cresceranno in un quartiere che non ha nulla, neanche una scuola. Se abbiamo fatto e/o non fatto questo decidetelo voi, ma tenete ben chiaro che tutti coloro del comitato, tutti coloro che si sono aggiunti quest’anno, tutti coloro che ne sono usciti, lo fanno e hanno fatto per volontariato e senso civico, non certo perché sia un guadagno. Anzi forse un guadagno c’è stato: aver conosciuto tante belle persone che si aiutano anche l’un l’altro e questa alla fine è la cosa migliore. Concludo augurando a tutti un BUON ANNO NUOVO e spero un giorno di conoscervi tutti e confrontarmi con voi di persona e non solamente sui social, come di solito fate e poi quando c’è da agire non ci siete. Potete condividere o no questa mia riflessione, ma è quello che ho, che abbiamo provato anche quest’anno. Buon Anno a voi e alle vostre famiglie pieno di serenità. Invece il Comitato di Quartiere Fossignano-Aprilia spera, perché è uno dei nostri grandi desideri , in una sede definitiva e al coperto. Per la collettività: per i bimbi, per i giovani, per gli anziani per i cittadini di Fossignano, un luogo laico e apartitico, ove potremmo darci la mano, stringersi insieme, confrontarci, aiutarci, socializzare. Ma per questo ci vuole la volontà, la volontà delle amministrazioni. Buon Anno anche a voi, nostri amministratori, augurandovi un BUON lavoro, per voi ma, soprattutto per noi cittadini dei quartieri periferici, che sono parte integrante della città.
CdQ Fossignano Aprilia